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Titolo: La verità sul caso Harry Quebert
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Autore: Joël Dicker
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Editore: Bompiani
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Anno: 2012
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Pagine: 775
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Prezzo: 19,50 €
Ci sono personaggi che trovi nei libri che non vuoi
lasciare e quando arrivi all’ultima pagina ti senti come se stessi perdendo
qualcuno che ami. Ti riconosci in loro forse, li ammiri, li invidi, ti
invaghisci di loro, non cominci subito un altro libro solo perché vuoi stare
ancora un po’ con loro e buttarsi subito in un altro mondo sarebbe un po’ come
tradirli. Purtroppo in questo libro non ci sono personaggi che mi abbiano
entusiasmata fino a questo punto, anzi, tutti erano un po’ troppo finti,
costruiti, esagerati, senza spessore. Non mi sono piaciuti i dialoghi, troppo
elementari, a volte ridicoli e noiosi. La storia però è abbastanza buona,
nonostante l’inizio mi ricordasse Twin Peaks. Ci sono le giuste dosi di dubbio,
colpi di scena e intuizioni investigative fino alle ultime pagine. Il libro
racconta della storia di Marcus Goldman e del suo secondo romanzo “Il caso
Harry Quebert”, scritto per raccontare la verità sul caso di omicidio per cui
il suo amico e mentore, il professor Harry Quebert appunto, è indagato.
L’omicidio in questione risale all’estate del 1975 e la vittima è Nola
Kellergan, la quale si scoprirà avere avuto una relazione con Harry di quindici
anni più vecchio di lei. Quando a distanza di trentatre anni viene ritrovato il
corpo di Nola nel giardino di Quebert, questo viene subito arrestato ma Marcus
non crede nella sua colpevolezza e inizia a investigare lui stesso sul caso.
Tutti diventano sospettati, tutti hanno segreti che una volta svelati
aiuteranno a capire che cosa è successo il giorno in cui Nola è scomparsa.
Pieno di flash back, di estratti dai libri del professor Quebert, la narrazione
scorre comunque piacevolmente e la grandezza del libro non deve spaventare
perché si legge velocemente. Il giallo tiene il lettore in continua suspense e
ogni volta che il caso sembra chiuso affiora qualche ricordo, qualche
personaggio che fa ricominciare i sospetti e le ipotesi. Siamo quindi, come
Marcus, appesi al filo dell’incertezza e della volontà di scoprire che cosa
successe davvero la sera dell’omicidio di Nola. Non è forse ottimo ma Joël Dicker ha solo ventotto anni ed è al suo secondo
romanzo, proprio come Marcus, sicuramente ci ha fatto solo “assaggiare” il suo
talento. Aspetterò quindi il suo prossimo lavoro per vedere se mi sto
sbagliando.
Articolo pubblicato sul numero 23 di dicembre 2013 del periodico "Indicatore mirandolese" di Mirandola (MO)
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