domenica 10 aprile 2016

PERFETTI SCONOSCIUTI

Dopo anni in cui ho visto le sale cinematografiche piene solo per film che io non classificherei tali, sono davvero orgogliosa che l’Italia possa finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Non siamo salvi dall’invasione di commedie demenziali ma, ultimamente, vedo nomi di registi che stanno elevando lo standard della commedia italiana: Sidney Sibilla, Paolo Genovese e lo stesso Edoardo Leo che, in diverse interessanti commedie, compare come attore oltre che come regista.
Forse anche perché c’è una generazione di attori che è giunta all’apice del proprio talento, sta di fatto che negli ultimi anni sono usciti nelle sale italiane alcuni film che parlano di temi attuali, a volte drammatici, affrontati però con semplicità e leggerezza.
Arrivare insomma al cuore degli spettatori anche con il sorriso: questa penso sia una specialità tutta italiana.
Il film uscito quest’anno di Paolo Genovese è uno di quelli a cui mi riferisco: ottimo, divertente, scioccante a tratti, che parla di temi attuali e collettivi.
In “Perfetti sconosciuti” innanzitutto vediamo riuniti alcuni degli attori italiani più bravi e talentuosi del momento  (Marco Giallini, Edoardo Leo e Valerio Mastandrea sono le tre punte di diamante) che, insieme, formano un gruppo ben affiatato le cui battute sembrano come scivolare tra loro.
Il tema trattato è quello della vita segreta che ognuno di noi, in questo momento storico in cui la comunicazione globale ci sta forse sfuggendo di mano, ha all’insaputa di chi ci è vicino.
Un gruppo di amici si riunisce a cena durante la quale decidono di fare un gioco: mettere al centro del tavolo il proprio cellulare e leggere e rispondere ad alta voce a ogni eventuale chiamata, messaggio o mail che riceveranno.
Un gioco nato per provare che nessuno di loro ha nulla da nascondere, in verità scoprirà le carte di ognuno dei componenti che cadranno, uno dopo l’altro, nella battaglia da loro stessi iniziata.
Giudizi affrettati, scheletri nell’armadio, vecchi rancori e situazioni imbarazzanti si susseguiranno durante tutto il film e lo spettatore può solo assistere al crollo di tutte le certezze e le buone intenzioni con cui era iniziata la vicenda.
Ci si chiede inevitabilmente quanto conosciamo le persone che ci stanno accanto, quanto ci raccontano e quanto invece ci celano, e dopo un film del genere probabilmente si avrà paura a porre certe domande. Ma una passa sicuramente nella mente di tutti: è meglio sapere tutta quanta la verità anche se ferisce, annienta? O è meglio continuare a vivere all’oscuro una vita “finta” che va avanti, nonostante sia costruita sull’inganno e sulla finzione, in modo tutto sommato tranquillo a cui potremmo adattarci?
Dopo due colpi di scena assolutamente sconvolgenti Genovese ci lascia così, con l’amaro in bocca e con la sensazione di sconfitta, perché in fondo sappiamo che le situazioni viste sul grande schermo non sono poi così lontane dalla realtà che ci circonda.
E’ per questo motivo che questa commedia/dramma funziona e ci tocca cuore e mente, perché è come uno schiaffo in pieno viso, è come una verità urlata con tutto il fiato che si ha.
“Perfetti sconosciuti” è il fedele ritratto della società di oggi in cui sempre più spesso diventiamo burattini di questa globalizzazione che ci vuole sempre più presenti sulla scena ma che, allo stesso tempo, non ci permette più di essere noi stessi e ci obbliga a nasconderci dietro a una maschera.


THE DANISH GIRL

Sono appena tornata dal cinema dove ho visto "The danish girl" e mi sento ancora scombussolata, quasi persa. Non mi sento a disagio, solo faccio fatica a riconoscere gli ambienti di casa come mura familiari. E' come se guardassi ancora tutto con occhi diversi, come ci ha abituati a fare Lili, la protagonista del film.
La storia parla di Einer Wegener, il primo uomo nella storia ad aver subìto un'operazione chirurgica per diventare una donna. Einer e sua moglie Gerda, entrambi pittori, vivono nella Danimarca degli anni '20. Quasi per gioco Einer si ritrova a dover indossare abiti femminili, prima per posare per sua moglie e poi a una festa. E dopo quegli eventi compare Lili, la vera anima di Einer, da sempre dentro di lui ma che nessuno era mai riuscito a liberare. Gerda e Einer proveranno a continuare le loro vite dimenticando Lili ma ormai Einer si ritrova ad essere confuso, in un corpo che non riconosce e che non gli appartiene. Anche con l'aiuto dell'amico di infanzia Hans, Einer e Gerda prenderanno una decisione che contribuirà a cambiare il corso delle loro vite, e ora noi sappiamo anche della storia. Einer si sottopone, infatti, al primo intervento chirurgico che gli permetterà di diventare Lili a tutti gli effetti.
Come tutti sanno la medicina all'epoca non aveva le risorse e le conoscenze di oggi e quello di Lili è un tragico epilogo, ma la sua storia è ancora oggi considerata esempio di coraggio e determinazione.
I due attori sono perfetti l'uno accanto all'altra e gli occhi della Vikander sembravano inondarti davvero con tutto l'affetto e l'amore con cui Gerda è stata vicino al marito per tutto il tempo. E che dire di Eddie Redmayne? 
Il tocco delle sue dita sul suo corpo sembravano le gocce di pioggia che cadevano all'uscita del film.
Se la sua interpretazione di Stephen Hawking era stata ottima, qui è davvero incredibile perché è sconvolgente. Una donna poteva benissimo riconoscere tutti i sentimenti che lui stesso ha interpretato: l'ammirarsi davanti allo specchio, scoprire la propria femminilità, sorridere alle attenzioni di un uomo, ridere per la frivolezza dello shopping. Si mette completamente a nudo, a servizio del personaggio.
E' come se stessimo assistendo a una nascita, a un nuovo inizio, se spiassimo qualcuno che si sta scoprendo per la prima volta. "The danish girl" è, infatti, un film molto intimo e delicato, e quasi mi sembrava una nota stonata vederlo in una sala con tante altre persone. Perché questa è la storia di una donna, rinchiusa tutta la vita nel corpo di un uomo, che a poco a poco scopre con le mani, con gli occhi, con la bocca la sua femminilità, la sua sensualità e esce allo scoperto e si libera, accettandosi per quello che è e mette tutta sé stessa  nelle mani della scienza e del destino.
Dopo aver visto questo film so ancora di più quanto desidero far parte di un mondo in cui chiunque possa trovare sé stesso e possa fare quei cambiamenti che gli consentano di essere felice, senza subìre derisioni o violenze, o essere soggetto a leggi ignoranti e inedeguate.