domenica 24 gennaio 2016

REVENANT

"Revenant" non è certamente uno di quei film che riguarderesti ogni tanto per stare meglio, o per distrarti. Non si piange durante la visione, né si ride. Io, personalmente, sono stata con le mani davanti alla bocca per quasi tutti i 236 minuti. A un certo punto mi sarei anche rannicchiata alzando le ginocchia verso il mento ma ero pur sempre in una sala cinematografica affollata e non sul mio divano di casa..
Questo per dire che quello che trasmette questo film, che a mio parere é incredibile, é tensione. Si sta, come il protagonista, in quello stato costante di vigilanza, di paura, di lucidità per poter sopravvivere. Penso anche che sia uno dei casi in cui se il protagonista non fosse stato Leonardo DiCaprio il film non sarebbe così riuscito. Per carità,  ci sono tantissimi bravi attori che avrebbero potuto interpretare la parte, forse meglio, chi lo sa, sta di fatto che penso che DiCaprio sia stato quell'elemento fondamentale che è andato a completare la regia di Inarritu che si riconferma davvero grande.
La storia si basa sulla vera vicenda accaduta a Hugh Glass, guida nel 1823 di un gruppo di cacciatori di castori, che viene abbandonato dai suoi compagni perché,  dopo l'attacco di un orso grizzly, è rimasto in fin di vita. Procedere con lui, con gli indiani che danno loro la caccia, sarebbe troppo pericoloso, quindi Glass rimane solo, senza armi o viveri, ma con la voglia di vendicare ciò che è stato fatto a lui e a suo figlio. Seguiremo, quindi, la sua impresa con gli occhi sgranati fino alla fine. Ho letto diverse cose su come il film é stato girato: le riprese sono state fatte solo con luce naturale; molti della troupe hanno abbandonato la produzione in quanto le condizioni climatiche erano troppo dure da affrontare; lo stesso Leonardo DiCaprio ha recitato con la febbre più volte e rischiato l'ipotermia. Non voglio cadere nel banale dicendo che si merita l'Oscar e che l'Academy é pazza stavolta se non lo premia, io non cambio opinione su un attore o un film in base a quello.
Dico solo che seguo questo attore dai tempi di "Voglia di ricominciare " e che sono davvero orgogliosa del cammino che ha fatto.
Chissà che prima o poi non riuscirò a vederlo in una commedia leggera, divertente e romantica, magari con Emma Stone.. Non credo. Ma non vedo l'ora di conoscere i suoi futuri progetti.




lunedì 4 gennaio 2016

IL PONTE DELLE SPIE

Come ogni film che mi è piaciuto davvero tanto, anche questo si merita la sua recensione scritta appena tornata a casa dal cinema. Il nuovo anno non si poteva aprire in modo migliore, cinematograficamente parlando.
Spielberg e Hanks hanno confermato di essere una coppia ("Una una" :-) ) regista/attore ormai praticamente perfetta. Un film ben curato, ben girato, con la giusta dose di umorismo e di azione. Devo ammettere che ho avuto l'impressione che Spielberg, anche stavolta, abbia voluto evidenziare il lato buono ed eroico degli Stati Uniti, ma il patriottismo non è certo un difetto se rimane entro certi limiti e lui non li ha superati, quindi lo perdono. Il regista ci regala, anzi, una storia interessante che muoio dalla voglia di approfondire trattandosi di una storia vera.
L'avvocato Donovan, un sempre unico Tom Hanks, si ritrova a dover rappresentare la presunta spia russa Rudolf Abel. Gli Stati Uniti non perdonano e nessuno perde tempo nel far capire a Donovan che deve stare attento a scegliere bene la parte dalla quale stare.
Lui, però, è un uomo "tutto d'un pezzo" e non si ferma davanti a niente, nemmeno quando gli propongono di effettuare lo scambio del prigioniero russo in cambio di un soldato americano rapito dai tedeschi a Berlino, ancora vittima della violenza causata dal conflitto mondiale. Non solo accetterà di dirigersi in Europa ma si batterà per poter liberare il soldato e un secondo ostaggio americano appena arrestato: lo studente Frederic Pryor.
Fa capire tante cose questa storia. La più importante a cui ho pensato io è che forse sempre più spesso queste "questioni diplomatiche" andrebbero gestite dalla gente comune, ancora abituata a pensare al prossimo come a un essere umano, e non dallo Stato per cui i cittadini, sempre più spesso, sono solo numeri da avere dalla propria parte in caso di elezioni.
Gli uomini, insomma, dovrebbero prendere il sopravvento sui governi.
Forse solo in questo caso si potrà arrivare a un mondo migliore. Di sicuro il mondo del cinema lo è, anche se immaginario, con Tom Hanks che "splende" davvero in questa pellicola e racchiude in sé la forza, la caparbietà, il coraggio e la speranza.
In poche parole, un vero classico eroe americano.