lunedì 1 febbraio 2016

LA TRISTEZZA DELLE QUOTE ROSA E "WHITE"

Sto letteralmente "navigando" nel web in cerca di qualche curiosità sul mondo del cinema:
mi sto riguardando le varie nomination, qualche video del controverso ed eccezionale Severus Piton interpretato da Alan Rickman, da poco scomparso.
Purtroppo mi sono ritrovata anche a leggere dell'ennesima polemica.
Ormai non ci sono più notizie, solo accuse.
E forse dovrei aspettare qualche ora prima di scrivere e pubblicare questo, ma non resisto.
La polemica 2016 riguarda il fatto che che i nominati per la vincita della statuetta d'oro più famosa, l'Oscar, siano quasi tutti "bianchi".
Gli attori "neri" così come i film legati alla cultura black, sarebbero stati volutamente esclusi. Si pensa, quindi, di aumentare il numero dei nominati nelle categorie "miglior attore", attualmente cinque, o di portare a dieci, stabile, il numero dei film nominati come "best picture". 
Ora... a me sembra di sentire parlare di quota rosa, e scusate ma mi vengono i brividi.

Io voglio che venga nominato, e che vinca, il migliore.
Non guardo il colore della pelle, come si chiama o da dove viene.
Io guardo l'interpretazione.

Non è forse la più grande mancanza di rispetto far finta di passare dalla parte dei buoni e accondiscendenti? Per quelli che "lasciano vincere" anche quelli di colore? Non è forse il più grande atto di volgare ipocrisia?
Attori neri bravi, capaci, ne abbiamo e non hanno certo bisogno del nostro aiuto per vincere.
Ma scherziamo?
Chiediamoci piuttosto come mai Jennifer Lawrence, che io comunque adoro, sia candidata dopo ogni cosa che faccia.. Al massimo queste sono le domande che uno si dovrebbe porre.
Come quando si vota e siamo costretti a esprimere la preferenza almeno per un candidato donna... ma se a me non piace nessuna delle donne candidate?
Questa è la più orribile e vergognosa delle trovate politiche degli ultimi anni. Il voto dovrebbe essere libero.
Il solo fatto di dover essere obbligata a scegliere in un certo modo toglie a me la libertà, e al vincitore offre una vittoria che sa comunque di sconfitta.

Il solo fatto di parlare di quote rosa o bianche, è come ammettere che c'è qualche differenza. Le quote sono le più grandi discriminazioni.

La vera rivoluzione sarebbe iniziare a usare la semplice e pura meritocrazia, in tutto.


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