sabato 27 settembre 2014

Un ragazzo d'oro

In effetti potevo anche fare due più due prima di andare a vedere questo film.
Se non ti piace l'attore principale e non ti piace nemmeno la coprotagonista qualche segnale ti era stato dato! Ho però voluto dare più importanza al regista.
Pupi Avati mi piace, le sue storie sono sempre dolci e nostalgiche e credevo, quindi, di trovare un film, se non ottimo per quanto riguarda la recitazione, commovente e raffinato. In realtà mi devo forse mettere in testa che non è che se un regista ha fatto due film che ti sono piaciuti tanto ("Ma quando arrivano le ragazze?" e "Il cuore altrove") allora diventa infallibile. Con "Un ragazzo d'oro" secondo me Avati ha voluto creare personaggi complicati, interessanti forse, rendendoli però solo confusi perche' la storia non viene spiegata come si deve. Restano troppi dubbi e situazioni lasciate a metà che invece dovevano essere approfondite per poter generare curiosità.
La storia parla di Davide, un ragazzo che lavora in un'agenzia di pubblicità ma che sogna di fare lo scrittore. La sua vita cambia quando suo padre, che non vede da anni e con il quale ha sempre avuto un rapporto orribile, muore in un incidente stradale. Davide è quindi costretto a tornare a Roma, da sua madre, dove inizia a conoscere più da vicino il mondo di suo papà, sceneggiatore di film comici molto famoso, e cercherà addirittura di farlo conoscere al mondo sotto un altro aspetto, diverso da quello con cui era arrivato al successo.
Davide viene, però, a poco a poco risucchiato dalla sua stessa curiosità e passione sfociando perfino nel delirio.
Da qui non viene più chiarito nulla: ci sono solo sospiri, pause e musica malinconica.
Sono rimasta insomma un po' delusa e, sarò ripetitiva, ma il doppiaggio degli attori stranieri non si fa! Sharon Stone risulta solo ridicola. Potevano benissimo scegliere Jane Alexander al suo posto, e non farle fare la doppiatrice.. sarebbe risultata meno finta. Secondo me non c'era bisogno di contattare una diva oltre oceano che comunque non è riuscita a dare quel qualcosa in più al film che forse le era stato chiesto, ma di cui sicuramente c'era bisogno.



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