mercoledì 2 maggio 2012

Up in the air

Sarà stato l'aperitivo con una coppia di amici durante il quale abbiamo parlato di viaggi, sarà stato il sole di questa mattina dopo la giornata di ieri piovosa 24 ore su 24, sarà che B. sta per partire per Valencia per lavoro e io invece faccio un lavoro che non potrebbe essere più sedentario di così.. ma si è svegliata quella parte di me che sogna di viaggiare continuamente. La parte di me che avrebbe sempre la valigia in mano.
Tutti gli scorpioncini come me capiranno benissimo di quale parte sto parlando: abbiamo di solito una parte che sogna la stabilità e la sicurezza che è quella che nel mio caso prevale il più delle volte, e poi la parte più trasgressiva che quando si sveglia fa molto rumore e non ti fa più capire niente se non che vuoi andare via. Dove non ha importanza.
Così mi è venuta voglia di guardare "Un in the air". MI ricordo che dopo aver visto quel film avevo scritto subito sul diario, probabilmente mentre ancora scorrevano i titoli di coda.
Il film parla di Ryan Bingham, interpretato da George Clooney, il cui lavoro è volare per tutta l'America per andare a licenziare persone. In queste righe parlo solo della parte del film che mi ha fatto venire voglia di viaggiare però, non parlo del lavoro del protagonista che tra l'altro vede anche un episodio triste di cui negli ultimi tempi si sente parlare alla tv troppo spesso. Parlo solo del fatto che Ryan nella storia è abituato a vivere solo, senza avere nulla con sè se non una piccola valigia. Questo è troppo anche per me, io non voglio stare sola, ma sicuramente avrei voglia di vedere cose nuove e di conoscere gente.
E' bello avere i vestiti tutti piegati nell'armadio, un frigo pieno, una libreria colma di libri, ma la parte del film che parla della libertà mi fa venire voglia di grandi città, di taxi, di metropolitana, di ristoranti con listini in diverse lingue, di chiedere indicazioni stradali, di imparare nuove tradizioni.
L'ultima frase che dice è molto bella e fa più o meno così: "Questa sera molti torneranno a casa e i vostri cani vi salteranno addosso, il vostro coniuge vi chiederà come è andata la giornata e poi vi addormenterete. Sopra di voi molte luci, e quella più luminosa delle altre sarà quella delle ali del mio aereo che volerà sopra di voi". Mi ha ricordato una frase di una canzone dei Negrita: "c'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò".
Oggi vorrei davvero essere quella luce lassù, sopra di voi.

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