venerdì 21 agosto 2015

SELMA

Non ho mai dovuto lottare nella vita per vedermi riconoscere un diritto, altri si erano battuti per me negli anni scorsi.
Sono nata come cittadina italiana con dei diritti inviolabili, quando sono cresciuta era mio diritto e dovere frequentare la scuola, ho potuto scegliere l'università che volevo. 
Ho sempre potuto votare liberamente, entrare in tutti i locali che volevo o passeggiare in qualsiasi parco. Non riesco, perciò, nemmeno ad immaginare che cosa provassero tutte quelle persone a cui questi diritti erano negati fino al secolo scorso.
Non poter sedere sull'autobus dopo una giornata di lavoro, non poter fare il bagno in piscina, non poter votare e quindi esprimere la propria opinione. Essere costantemente derisi, guardati dall'alto in basso, o forse ignorati come se non esistessero.
Per poter ricordare l'ignoranza che c'era prima, e che purtroppo in alcuni casi c'è ancora, "Selma" è un ottimo film che ci parla della lotta guidata da Martin Luther King per conquistare il diritto al voto della popolazione nera.
E' uno di quei film che mi ricorda perché ho questa passione viscerale e spropositata per il cinema.
"Selma" racchiude fatti violenti e crudeli ripresi direttamente dalle telecamere dei giornalisti di allora che mostrano di come una marcia pacifica della popolazione nera venne brutalmente fermata con manganelli e fruste.
Ci sono state scene in cui mi è stato impossibile non girare la testa dall'altra parte per non guardare ma quelle cose orribili sono successe davvero e non dobbiamo dimenticarle.
Un film lento, efficace, che non vuole ingigantire i fatti ma vuole raccontarli, che vuole evidenziare la grandiosità del trascinatore che è stato Martin Luther King ma che nello stesso tempo ci mostra anche il lato "fragile" dell'uomo che era, le sue perplessità e i dubbi. Un uomo però che non ha avuto paura di chiedere appoggio ai "suoi" che per lui avevano sempre parole di incitamento.
Un film che ha il solo scopo di documentare fatti che fanno e devono far riflettere ancora oggi, quando ancora troppo spesso la frase nei tribunali "la legge è uguale per tutti" strappa solo un sorriso amaro.



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