martedì 21 luglio 2015

HUNGRY HEARTS

Con "Hungry hearts" ho dovuto spegnere la radio in macchina, mentre tornavo a casa dopo la proiezione, per far spazio ai pensieri che con un film così inevitabilmente si creano. Non ricordo dove ho letto l'aggettivo "terrificante" associato a questo film ma ora ho capito cosa voleva dire chi l'ha usato.
Non certo per denigrare la pellicola che, anzi, è davvero molto bella, ma per sottolineare quanto è facile che la nostra vita venga condizionata dalla nostra mente.
I due protagonisti sono Alba Rohrwacher e Adam Driver che interpretano Mina e Jude: due ragazzi che si conoscono nel bagno di un ristorante cinese in una situazione un pò insolita ma che li porterà ugualmente ad avere una storia e a diventare una famiglia, anche grazie all'arrivo di un bambino.
E' da questo momento che la mente di Mina, che comunque non conosciamo ancora e non sappiamo quanto sia mai stata influenzabile nella sua vita, diventa pericolosa per sè stessa e per il bambino.
Dopo che una cartomante le dice che il suo sarà un bambino indaco, cioè con particolari doti o poteri, Mina si convince che il mondo esterno è troppo sporco per suo figlio e cerca in tutti i modi di tenerlo lontano dal cibo non naturale, dal sole, non lo porta mai fuori trattenendolo tra le mura di casa, creando al neonato problemi di crescita e di nutrizione.
Jude cercherà in tutti i modi di superare questa situazione insieme, come una vera famiglia, ma Mina lo porterà a dover fare scelte forti e sì, forse doverose, ma comunque da cui poi non si torna indietro.
Gli attori oltre ai due protagonisti sono pochissimi, così come le ambientazioni. La telecamera di Saverio Costanzo tende a inquadrare Mina e Jude come se li spiassimo dallo spioncino della porta di casa, come per sottolineare il fatto che quello che stiamo guardando è un mondo a parte che Mina sta costruendo da sola per lei e suo figlio. 
Nessuno di noi è invitato ad entrare, possiamo solo guardare da lontano alcuni momenti della loro vita.
"Hungry hearts" mi ha ricordato un altro bellissimo film il cui tema centrale era quello della maternità e a quello a cui ti può portare: "Quando la notte" di Cristina Comencini con Claudia Pandolfi e Filippo Timi.
Diamo sempre tutto per scontato, troppo: il bimbo piange/la mamma si sveglia, il bimbo ha fame/la mamma allatta. E alla donna non ci pensa più nessuno, tutti guardano e pretendono dalla mamma mentre non è assolutamente da sottovalutare quanto la maternità può allontanarti dalla realtà.
Mina fa tutto questo per uno sconsiderato amore, ma malato e non curato.
E questi problemi esistono davvero.
Non è forse uno di quei film di cui comprerei il dvd per rivederlo un centinaio di volte, ma è uno di quei film che, visti una volta, te li ricordi per sempre.



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