venerdì 8 agosto 2014

Smetto quando voglio

Guardare questo film è come ascoltare la migliore satira sull'Italia, o sul mondo, degli ultimi anni. Sydney Sibilia dirige per noi una commedia in cui parla di come a volte le soluzioni più banali, o che sembrano insensate, siano quelle che in realtà ci potrebbero risolvere la maggior parte dei nostri problemi. Peccato che spesso siano strade che non si possono percorrere perche' andrebbero contro il valore etico e i principi con i quali ci hanno cresciuti. Ma come si fa quando davvero i soldi per vivere quella "vita dignitosa" che qualcuno ci aveva promesso mancano? Ci si reiventa, ok, ma se il mercato o il mondo del lavoro non te lo permettono? Ci costringono a stare fermi su qualcosa che non ci piace, ci offrono contratti assurdi come se ci stessero facendo il maggior favore del mondo. Ci sentiamo dire che il lavoro fisso è noioso quando è l'unica cosa che ti chiedono quando vuoi aprire un mutuo. Ci viene chiesto di essere bravi e onesti cittadini e poi vediamo scene vergognose proprio nelle aule che dovrebbero essere le più illustri (in questi giorni anche quelle universitarie). Uno studia recitazione da anni e non succede mai niente, poi esce uno dal "Grande Fratello" e inizia la sua carriera recitando in un film di Ozpetek! (Che poi Argentero mi piace ed è pure bravo, ma questa è un'altra storia). Il lavoro, legale, più pagato? Quello del calciatore. 
Questo film racconta quello che succede a Pietro, trentasettenne di Roma, ricercatore universitario di neurobiologia. Non potendo più tirare avanti senza i finanziamenti per una sua importante ricerca decide di sfruttare le sue capacità per formare "una banda" di altri laureati che, come lui, svolgono mansioni umili e sottopagate che non c'entrano nulla con il loro percorso di studi. Il loro obiettivo è quello di creare e spacciare una nuova droga, non ancora illegale, per guadagnare un po' di soldi.
Insomma solo mettendo una mano sulla spalla dell'illegalità si riesce a vivere una vita come si deve, forse non del tutto a posto con la propria coscienza, ma almeno senza debiti. Geniali alcune scene come quella della rapina in farmacia, forse un po' esagerate alcune con dialoghi tra loro laureati, ma una storia raccontata sempre a pieno ritmo. Divertente, intelligente e realistica. Fantastico Libero de Rienzo, IO LO ADORO! 
E non è da sottovalutare nemmeno Edoardo Leo che, cinematograficamente parlando, inizia a interessarmi sempre di più. 
E' bello quando intravedi il futuro del cinema italiano, forse finalmente lontano dalle "vacanze" che hanno (non so come) riempito le sale cinematografiche per tanto tempo, e lo vedi divertente ma che porta anche un messaggio importante.
Perchè "Smetto quando voglio" è davvero come la satira. Ti viene da ridere, e tanto, ma finiti i titoli di coda ci ripensi e ti chiedi inevitabilmente: "ma cosa ridi? non c'è proprio niente da ridere".


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