martedì 25 settembre 2012

Prometheus

Se nel cast non ci fosse stato Michael Fassbender non sarei mai andata a vedere questo film al cinema, e ora che l'ho visto posso confermare che potevo spendere molto meglio i miei soldi. Non è di certo il mio genere cinematografico preferito, ma se un film è buono, anche se di fantascienza, mi piace ugualmente. Questo invece l'ho trovato un po' banale, come un ripescaggio di vecchie storie, già viste e sentite più volte.
Due scienziati trovano inciso in una grotta l'ennesimo simbolo che rappresenta un punto preciso dello spazio che risale a 35.000 anni fa. Il simbolo è lo stesso trovato in più zone del mondo e in diverse civiltà, quindi, convinti che si tratti di un invito da forme di vita più intelligenti, dai nostri probabili creatori addirittura, la nave spaziale Prometheus parte per il pianeta indicato nei segni. In realtà si scoprirà che non si tratta affatto di un invito e tutto l'equipaggio ne pagherà le conseguenze. E qui la prima scena già vista: alcuni di loro si comportano da eroi che mi ricordano molto Bruce Willis in "Armageddon". 
Fassbender, il quale è comunque l'unica cosa che mi è piaciuta del film, mi ha fatto ricordare invece "2011 Odissea nello spazio" perchè interpreta un robot che inizialmente ha in mano le sorti del Prometheus e più volte sembra HAL, ideato da Kubrick. Ancora con lui è la terza scena che mi ha fatto ricordare un altro film, anche se è la scena che mi è piaciuta di più. David, il robot da lui interpretato, trova la cabina di pilotaggio in una navicella spaziale e aziona un meccanismo in grado di riprodurre un ologramma raffigurante tutte le costellazioni, i pianeti, le stelle e le galassie esistenti e all'interno di quelle figure che ruotano attorno a lui anche David sembra quasi danzare. Inutile dire che la scena che mi è tornata in mente, specialmente quando anche in questo film sparisce tutto in un attimo, è quella in cui Chaplin/Hitler danza con il mappamondo che poi gli scoppia tra le mani. Come ho già scritto, storie già raccontate. Mi ha stupita soprattutto Charlize Theron il cui personaggio è assente e insignificante. 
Sì, nel film ci si chiede chi ci ha creati e si cerca la nostra provenienza, ci si accorge che il rapporto tra creato  e creatore, anche nel senso di genitore - figlio, è molto più complicato e paradossale di quanto pensiamo. Si parla di fede, ma per restare in tema di ripetizioni, le stesse domande me le sono posta anche dopo aver guardato "Hereafter" di Clint Eastwood.

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