lunedì 23 giugno 2014

Non buttiamoci giù

Sarà perche' sono partita da "Alta fedeltà", uno dei suoi romanzi più conosciuti, ma da questo secondo libro di Nick Hornby che leggo nella mia vita mi aspettavo di più.
La trama mi aveva incuriosita tanto e, dopo aver scoperto questo scrittore, credevo di andare sul sicuro. Il racconto, infatti, mi piace: leggere la storia dal punto di vista dei vari personaggi, il fatto di darsi una seconda possibilità, di cercare di capire che la vita davvero non è banale e che bisogna solo aspettare. Prima o poi arriva quel momento che davvero ci sorprende, non bisogna buttare via tutto, dobbiamo tenere duro.
A volte ci vengono dati aiuti concreti, altre volte un po' bizzarri, come il gruppo di aspiranti suicidi di questo libro.
Quattro persone che non si conoscono decidono di farla finita e di buttarsi, la notte di Capodanno, dal tetto di un edificio chiamato "La casa dei suicidi". Trovandosi, però, nella stessa situazione e nello stesso momento tutti e quattro, Jess, Maureen, Martin e J.J. decidono di passare un po' di tempo insieme e valutare a menti lucide come intenderanno procedere con la loro drastica decisione. 
Hornby non ha toccato questo argomento con superficialità, anzi, ha dosato perfettamente umorismo e saggezza in tutti i punti del libro, ma la narrazione, più simile al linguaggio parlato che scritto, mi è risultata pesante da sostenere certe volte.
Soprattutto nelle parti volgari e provocatorie di Jess ho sperato spesso di terminare presto il romanzo.
Quest'anno è anche uscito il film, diretto da Pascal Chaumeil, ma stavo leggendo il romanzo e non sono andata a vederlo. Sono curiosa di vedere questi quattro "pazzi" riportati sul grande schermo, magari dovendo concentrare tutto in un paio d'ore la storia risulterà più dinamica, anche se ho letto alcune recensioni e sono piuttosto negative.
Lo guarderò per poter dare un mio parere.

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